Titolo 00 (generale)

" Famiglia MACCHERANI "   Claudio Maccherani

Titolo 01 (particolare)

Titolo 02 (periodo)

Titolo 03 (partecipanti)

(by Claudio Maccherani)

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Alla fine di gennaio 2024, in un dopo pranzo a casa di Marco e Grazia, la "Valanga Umbra" conviene che è ora di andare a L'Aquila a visitare zii e cugini che, tra terremoto e covid, da diversi anni non si incontrano. Essendo questo un  pensiero comune, non si pone tempo in mezzo e si programma la partenza, tenendo conto degli impegni di tutti (tranne che quelli di Claudio che, essendo un pensionato libero e spedito, potrebbe partire in ogni momento).


"Valanga Umbra", Cenerente, Perugia

La data trovata, dovrà però poi essere posticipata per sopraggiunti impegni familiari di Grazia e Marco.  Infine sabato 9 marzo i "perugini" partono per l'Aquila, dove saranno supportati da Alberto e, soprattutto, da LULA, la tenerissima e dolcissima cagnetta di Alberto e Simonetta.  Vanno subito a trovare Ferruccio e Dina, poi - da loro invitati - a pranzo al ristorante "Arrosticini Divini" (che fa degli arrosticini veramente "divini"), quindi a trovare Giovanna e Adriano. A cena si va tutti all'ottimo "Bar Caffeteria da Lorenzo", poi a dormire al B&B "Il Rifugio di Indomito Abruzzo", al centro di Aquila. Domenica mattina si fanno le foto sul balconcino "storico" del B&B, poi giro per Aquila dove, raggiunti da gran parte dei cugini, si visita il centro della città, il Castello Spagnolo e il MAMMUT del Castello dell'Aquila. Quindi, dopo un rapido  "aperipranzo" all'Enoteca "La Fenice", la "Valanga Umbra" fa rientro a Perugia.

 

Non appena si sparge la notizia che i "Perugini" della "Valanga Umbra" sono stati a L'Aquila, la città viene repentinamente dichiarata Capitale Italiana della Cultura 2026


Aquila Capitale Italiana Cultura 2026

 

L'AQUILA

Aquila, 714 mt s.l.m., fu fondata nel 1254 in funzione anti-feudale da 99 castelli, piccoli agglomerati urbani nati in seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, che si federarono per costruire una grande città. Il sito scelto per la fondazione della città fu un luogo chiamato Acculi, vicino al fiume Aterno, corrisponde all'attuale Borgo Rivera, dove si trova la fontana delle 99 cannelle. Al tempo della fondazione vi era una chiesa con un monastero, Santa Maria ad Fontes de Acquilis, così chiamato perché era un'area ricca di sorgenti. La zona era in una posizione strategica tra i due poli entro i quali doveva nascere il nuovo centro urbano e cioè i due centri di Forcona e Amiterno. Fu dunque scelto per la nuova città il nome di "Aquila", che riprendeva il toponimo già esistente, ma che richiamava anche l'emblema dell'aquila imperiale, secondo il diploma di fondazione attribuito all'Imperatore Corrado IV.Distrutta da Manfredi di Sicilia, nel 1266 venne ricostruita come libero comune con Carlo I d'Angiò. Parte del Regno di Napoli e capoluogo prima dell'Abruzzo Ulteriore e poi dell'Abruzzo Ulteriore Secondo, nel XV secolo, grazie alla sua economia, Aquila divenne la seconda città dello stato per importanza, subito dopo Napoli. Sotto il dominio asburgico, tra il XVI e il XVII secolo, visse un periodo di altalenante crescita economica che venne però bruscamente interrotta dal catastrofico terremoto del 1703, che per molti anni riportò la città nella decadenza e conobbe un nuovo sviluppo economico e culturale soltanto nell'Ottocento. La città dopo l'unità d'Italia assunse la denominazione "Aquila degli Abruzzi", ma cambiò nuovamente nome durante il regime fascista, acquisendo quello attuale.  Nonostante i forti terremoti del 1315, del 1461, del 1703 e del 2009, all'Aquila è ancora presente un ampio patrimonio storico che mostra uno strato medievale testimoniato soprattutto dalla cinta muraria, uno rinascimentale che caratterizza numerosi palazzi e chiese e infine uno barocco e neoclassico dovuto alle ricostruzioni post sisma settecentesche. L'Aquila è sede di un giubileo annuale, la Perdonanza Celestiniana, istituita da papa Celestino V nel 1294 e Patrimonio Culturale Immateriale dell'UNESCO dal 2019. [da Wikipedia]

Dopo la visita dei Perugini di Cenerente della "Valanga Umbra" a L'Aquila del 9 e 10 marzo 2024 - e in conseguenza di ciò -, il 14 marzo 2024 la città dell'Aquila è stata dichiarata "Capitale Italiana della Cultura 2026".

 

Fortezza/Castello Spagnolo Cinquecentesco

Il Forte Spagnolo (o Castello Cinquecentesco) dell'Aquila, costruito durante la dominazione spagnola in Italia meridionale nella prima metà del Cinquecento, non fu mai utilizzato per scopi bellici. Fu adibito a residenza del governatore spagnolo e in seguito fornì alloggio ai soldati francesi nell'Ottocento e a quelli nazisti durante la Seconda guerra mondiale, mentre già nel 1902 era stato dichiarato monumento nazionale. L'imponente fortezza è a pianta quadrata con ai quattro angoli massicci bastioni dai profili affilati con schema "a punta di lancia", ognuno in direzione di ciascuno dei quattro punti cardinali. Il Forte è contornato da un profondo e largo fossato (mai riempito d'acqua) ed è accessibile da un ponte in muratura, un tempo con piano di calpestio interamente in legno parzialmente retraibile, distrutto nel 1883 e sostituito dall'attuale in pietra, mediante il quale si accede al portale d'ingresso. Restaurato nel 1951 è divenuto sede del Museo Nazionale d'Abruzzo, di un Auditorium e una Sala Conferenze. Rimasto gravemente danneggiato dal terremoto del 2009, attualmente (2024) è ancora interessato da lavori di ricostruzione e restauro iniziati nel 2011 per rendere la struttura di nuovo agibile.

 

Il MAMMUT del Castello dell'Aquila

Il MAMMUT è un mammifero appartenente alla famiglia degli elefanti che si è estinto 800.000 anni fa. Questo del Castello dell'Aquila è un maschio di 55 anni alto 4 metri, lungo 7, pesante 11.500 kg (come 140 uomini), vissuto 1.300.000 anni fa. Era della specie meridionalis che, a differenza del mammut lanoso, non aveva pelliccia. È stato rinvenuto in una cava d'argilla (che ne ha favorito la conservazione) della Fornace Santarelli di Scapitto il 25 marzo 1954 e la professoressa Angiola Maria Maccagno, direttice dell'Istituto di Paleontologia dell'Unuversità di Roma ne ha curato lo scavo e il restauro. Questo mammut ha una sola zanna, l'altra l'ha persa probabilmente in combattimento. La zanna spezzandosi ha creato una ferita che si è infettata rovinando l'osso, la qual cosa però non ha impedito al mammut di continuare a vivere, anche se per il grande peso della zanna restante (di più di 100 kg) non più controbilanciato dall'altra gli ha causato una evidente scoliosi.

 

 

 

 

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4 VIDEO

        

L'Aquila, una bella città
d'Italia, 2022 [6'16]

Il Forte Spagnolo
L'Aquila, 2022 [2'23]

Il MAMMUT del Castello
dell'Aquila, 2022 [1'39]

Uscito dalla preistoria
il MAMMUT, 1954 [0'53]

Claudio Maccherani