escursione a SOVANA
e alla VIA CAVA di SAN SEBASTIANO, 10/10/2021
"perugini", "piombinesi"
e "follonichesi": Bruno, Nuccia, Alfredo, Laura, Teresa, Filippo,
Alessandro, Monica, Rachele,
Sofia, Roberto, Michela, Greta, Roberta, Gian Piero, Marco, Grazia,
Marta, Irene, Vera, Claudio (21)
(by Claudio Maccherani,
2021)
Palazzo Comunale o dell'Archivio, Sovana
Via Cava di San Sebastiano, 10/10/2021
I "nuovi Etruschi"
sulle tracce degli "antichi Etruschi" Una giornata
memorabile
L'obiettivo dell'escursione, organizzata su impulso di Vera, è
stato quello di riunire in un luogo "a metà strada" tra Perugia
e la Toscana i "perugini", i "piombinesi", i "follonichesi" e i
"pescaresi" della famiglia Maccherani di ogni età. Sandro ed
Elena, che avrebbero dovuto essere presenti, non hanno poi
potuto partecipare. Comunque ci si incontra verso le 9:30 a
Sovana, chi arriva prima - i follonichesi -, chi arriva dopo
- i piombinesi. In tutto 21 persone. Dapprima si visita Sovana
(la Chiesa di Santa Maria Maggiore e la Cattedrale di
San Pietro e Paolo), con Claudio che tenta inutilmente di
acculturare i partecipanti, impresa impossibile vista la diffusa
indisciplina della "classe famiglia". Quindi si va a vedere
l'Area Archeologica di Sovana, la Necropoli. Prima si
visita la Tomba Ildebradnda (zona Poggio Felceto, Poggio
Prisca e Poggio Stanziale). Qui le giovani della famiglia si
scatenano in esplorazioni e arrampicate vorticose. Poi si fa il
PICNIC, usufruendo dei comodi tavoli presenti nella stessa Area
Archeologica, con abbondanza di libagioni - molte portate da
Bruno - e di bevande alcoliche - portate da Claudio, Filippo e
Marco. Quindi si visita la Necropoli di Sopraripa - con
la monumentale Tomba della Sirena - e l'affascinante,
sorprendente e misteriosa Via Cava San Sebastiano. Nel
tardo pomeriggio i saluti e il rientro alle rispettive città,
con Marco che guida i "perugini" verso casa, "scusandosi per
non aver potuto trovare una strada meno panoramica di quella",
con Vera che fermava continuamente la comitiva per fare foto a
un cielo e a un paesaggio spettacolare. Una giornata memorabile.
Pitigliano, 10/10/2021
Irene "minuscola", Pitigliano, 10/10/2021
la
famiglia Maccherani a Sovana, 10/10/2021
"Crocifissione", Santa Maria Maggiore, Sovana
SOVANA
Uno dei "Borghi più Belli d'Italia", un piccolo borgo
maremmano situato su uno sperone tufaceo che mantiene l'aspetto
di un borgo medievale. Le origini di Sovana (anticamente
Suana) sono antichissime, il primo centro abitato è dell'età
del bronzo, poi nel VII secolo a.C. divenne città etrusca, nel
IV secolo d.C. diventò sede vescovile e nel 935 capoluogo della
Contea Aldobrandesca, città natale di Ildebrando di Sovana, nel
1073 Papa Gregorio VII.
Rocca Aldobrandesca, costruita intorno all’anno 1000
sopra un antico edificio etrusco. Via del Pretorio, Piazza del
Pretorio, Palazzi del Pretorio, dell'Archivio (XII secolo) ,
Bourbon del Monte (del '500). Chiesa di Santa Maria,
preromanica, del XII secolo, con il più antico ciborio della
Toscana (prelevato dalla Chiesa di San Mamiliano) del IX secolo
e affreschi del XV secolo (Madonna col Bambino tra S.Barbara e
S.Lucia del 1508, S.Sebastiano, S.Mamiliano, Crocifissione).
Chiesa paleocristiana di San Mamiliano, uno degli edifici più
antichi di Sovana, costruita su una preesistente struttura
etrusca, la prima cattedrale di Sovana, del IX secolo, costruita
per conservare le reliquie di San Mamiliano provenienti
dall’Isola del Giglio, oggi MUSEO.
Duomo di San Pietro e Paolo, Sovana
capitello con "buoi", Duomo di San Pietro, Sovana
capitello, Duomo di San Pietro, Sovana
Bruno e Vera, Sovana, 10/10/2021
Il Duomo di Sovana, la Cattedrale dei Santi Pietro e
Paolo, sorto sull'antica acropoli etrusca, del VIII secolo,
è uno delle più importanti chiese in stile gotico romanico di
tutta la Toscana. Nell'elegante portale si riconoscono un
cavaliere armato, una sirena bicaudata, pavoni, l'albero della
vita, rose, protomi leonine e figure a spirale.
I capitelli
delle colonne interne sono tutti decorati e il penultimo della
seconda fila di sinistra rappresenta scene dell'antico
testamento tra cui il sacrificio di Isacco e Mosè che apre le
acque. Nell'urna sull'altare della navata sinistra, una reliquia
probabilmente appartenuta alla chiesa di San Mamiliano: "l'urna
di San Mamiliano" contenente le spoglie del Santo. Sempre
all'interno del Duomo una cripta a sei colonne, un fonte
battesimale del 1434, il sarcofago in travertino del XV sec. che
ospitava originariamente le spoglie di San Mamiliano, alcuni
affreschi e molti motivi scultorei rappresentanti simboli
antecedenti la tradizione cristiana.
Particolare è il suo orientamento astronomico: il 21 giugno di
ogni anno il primo raggio del sole mattutino colpisce la
monofora absidale ed attraversando tutta la navata si proietta
sulla parete opposta, dando vita ad uno spettacolo di rara
bellezza; lo stesso fenomeno si ripete anche nella cripta
paleocristiana sottostante. Questo perché l'orientamento
dell'edificio (allineato al solstizio estivo) non risponde alle
regole medioevali dettate dalla Chiesa di Roma (che volevano
l'abside esposto ad est) segue invece i canoni delle culture
nordiche (celtico-germaniche e/o longobarde). Una soluzione del
mistero potrebbe essere quella che vede il Duomo collegato alla
festività di San Giovanni Battista che cade il 24 giugno soli
tre giorni dopo il solstizio estivo.
Ciborio di Santa Maria, Sovana
Abside di San Pietro, Sovana
Laura, Via Cava San Sebastiano
Vera, Via Cava San Sebastiano
Rachele, Torre Ildebranda
Marta, Roberta e Vera, 10/10/2021
Tomba Ildebranda
A Poggio Felceto, è il più famoso monumento della Necropoli di
Sovana e tra i più importanti di tutta l'Etruria. Del III secolo
a.C., completamente scavata nella roccia, si presenta come un
tempio monumentale con porticato a sei colonne che poggiano su
un podio con due scalinate laterali; la camera funeraria, nella
quale è stata intagliata una sola banchina di deposizione per i
defunti, è raggiungibile attraverso un lungo corridoio centrale
in discesa. La camera fu ritrovata completamente vuota,
conseguenza di un antico saccheggio o dell'azione di tombaroli.
Il nome fu dato in onore di Ildebrando Aldobrandeschi da Sovana,
meglio noto come papa Gregorio VII.
Tutto il monumento era ricoperto da stucchi policromi secondo
l’arte decorativa etrusca che amava i colori sgargianti, ma oggi
di quest’opera rimane ben poco dell’aspetto originale, anche se
il suo fascino è ancora notevole. La tomba presenta resti delle
dodici colonne scanalate che delimitavano un Pronaos con
soffitto a cassettoni. Le colonne sorreggevano un fregio a
rilievo decorato da una serie di grifi affrontati retti per la
coda da una figura femminile e alternati da rosette.
Sotto il podio un profondo dromos (corridoio d’accesso) scavato
nel tufo per circa dieci metri, consente l’accesso al sepolcro.
Questo ingresso ne interseca un altro a destra che scende nel
terreno per circa 10 metri e raggiunge una tomba risalente al IV
sec. a.C. L’interno di quest’ultima camera sepolcrale è di stile
greco, e il suo soffitto è decorato da cassettoni ben levigati
di pregevole fattura. La camera sepolcrale della Tomba
Ildebranda non presenta decorazioni di rilievo e nessun
frammento del suo corredo poiché fu profanata in epoca antica.
Con un’unica banchina per le deposizioni, la camera si articola
secondo una pianta a croce greca e sul soffitto presenta una
falsa trave scolpita nel tufo.
Claudio, Via Cava San Sebastiano
Vera, Via Cava San Sebastiano
Le
VIE CAVE
sono antichissimi ed affascinanti percorsi etruschi a cielo
aperto, una sorta di ciclopici corridoi ricavati scavando la
roccia tufacea nella Maremma tra Pitigliano, Sovana e Sorano,
opere uniche al mondo, un patrimonio di enorme importanza
storico culturale che suscitano un'attrazione irresistibile.
In tutto sono alcune decine ed hanno dimensioni variabili:
larghe tra i due ed i quattro metri, in altezza alcune arrivano
a sfiorare i venticinque metri e sono lunghe fino al massimo di
un chilometro. Si possono percorrere a piedi o a cavallo.
Camminare lungo questi sentieri regala grandi suggestioni si ha
l’impressione di attraversare un mondo fiabesco. Ci si addentra
nella terra, tra pareti vertiginose, incisioni misteriose ed una
natura avvolgente dal fascino primordiale. In alcuni tratti le
fronde degli alberi hanno creato una sorta di tetto vegetale tra
le alte pareti di roccia, in cui i raggi filtranti del sole
creano suggestivi giochi di luce.
A cosa servivano? Per quale motivo gli etruschi hanno realizzato
queste opere gigantesche scavando chilometri di roccia tufacea?
Queste domande non hanno ancora trovato risposte precise, alcuni
ipotizzano un uso di carattere sacro e funerario, altre tesi
sostengono fossero vie di collegamento, sistemi difensivi, opere
per il deflusso delle acque. Comunque sia, in questi luoghi
sembra di sentire
"l'energia della terra".
L'unica cosa certa, è che dovevano avere una notevole importanza,
dal momento che per realizzare la sola Via Cava denominata "Cavone",
sono state asportate ben 40 mila tonnellate di roccia vulcanica…
I segni di questo antichissimo lavoro manuale sono ancora oggi
ben visibili sulle pareti.
Percorrendo le Vie Cave ci si imbatte in tombe ed incisioni del
periodo etrusco, mentre di origine medievale o ancor più recenti
sono i numerosi scaccia-diavoli e i segni di usura sul piano di
calpestio, causati dal passaggio secolare di carri, a
testimonianza di quanto siano state utilizzate nel corso dei
secoli.
Le Vie Cave sono alcune decine. Le principali, per bellezza e
fascino, sono Il Cavone, la Via Cava di San Sebastiano,
la Via Cava di San Rocco e la Via Cava dei Fratenuti.
Claudio e Alessandro, Necropoli Sovana
Sepolcro, Tomba Ildebranda, 10/10/2021
PICNIC presso la Tomba Ildebranda
Teresa e Filippo, Via Cava San Sebastiano
La
Via Cava di San Sebastiano,
nell'area della Necropoli di Sopraripa, si snoda per 400
metri lungo un sentiero tortuoso e stretto un paio di metri
incassato tra pareti alte fino a 25 metri sovrastate da una
fitta vegetazione boschiva. Il fascino che questa Via Cava
sprigiona è indescrivibile. Una deviazione permette di
inerpicarsi fino alla parte superiore della via cava, fino
all'antica necropoli etrusca successivamente riadattata,
come testimoniano le croci scolpite nelle sue pareti, a
Oratorio rupestre. Affacciandosi da qui si vede la via cava
dall'alto, una vertigine emozionante.